Buonissime notizie da Transparency International. Nonostante un 2012 costellato dai casi Lusi, Belsito, Fiorito, Penati, Formigoni solo per citarne i più celebri, l'Italia ha perso solamente tre posizioni nella classifica dei paesi meno corrotti del mondo.
L'anno scorso il Belpaese era 69°, quest'anno nonostante gli immensi sforzi fatti siamo scesi solo al 72° gradino della speciale classifica sulla corruzione percepita stilata annualmente da questa associazione non governativa e no profit che ha come scopo quello di combattere la corruzione (risultati).
Possiamo fare meglio e le basi per migliorarci ci sono tutte. Secondo Transparency International i Paesi in cui la crisi e la recessione economica colpiscono più duramente sono anche quelli più esposti a fenomeni di corruzione. Dopo la seconda rata dell'Imu e l'imminente fine di migliaia di ore di cassa integrazione non più procrastinabili potremo quindi puntare a scavalcare molte altre nazioni già a partire da quest'anno.
Nel mondo occidentale, escludendo la Grecia (ammesso che si voglia ancora far rientrare i poveri cittadini ellenici nell'alveo del mondo occidentale) che conserva un invidiabile 93° posto, l'Italia si conferma al vertice della classifica tra le nazioni più corrotte. Un motivo di vanto notevole, dal momento che abbiamo messo alle spalle anche potenze corruttive come la Romania, il Brasile, il Ghana, la Croazia, la Turchia e persino la Corea del Sud (maestra di taroccamenti sportivi e corruzione internazionale). Bulgaria, Cina e Tunisia del post Ben Alì sono nel mirino. E neanche la Colombia è troppo lontana.
Non porta bene l'amico occidentale esportatore di democrazia alle nazioni occupate dagli eserciti liberatori: l'Afghanistan è il Paese più corrotto al monto (174° posto), mentre l'Iraq si difende in 169° posizione.
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