Per Obama l'Italia non esiste. Ecco i 5 perché del suo silenzio
Nel novembre scorso, quando era stato eletto da pochi giorni alla Casa Bianca, Barack Obama aveva iniziato a chiamare gli amici politici e i governatori più importanti di tutto il mondo (esclusi Putin e Berlusconi). Tra gli ultimi, forse dopo pressioni della Farnesina, giustamente "colpita" dal silenzio dell'uomo più potente del mondo nei confronti del nostro Paese è giunta anche la telefonata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ciò che si sa è che è stata tra le più brevi (oltre che una delle ultime) del suo giro di telefonate. Subito però il premier si è pavoneggiato e intervistato dai giornalisti aveva dichiarato: «Sono certamente il più grande amico degli Stati Uniti in Europa, qualcuno mi ha definito come l'americano con la K» al termine del Consiglio europeo di Bruxelles. In questi giorni, a oltre due settimane dall'insediamento, il neo presidente degli Stati Uniti ha ormai chiamato tutti, ma proprio tutti i leader di Governo delle principali nazioni mondiali: Canada, Messico, tutti i principali paesi europei (Germania, Spagna, Inghilterra, Francia), molti stati africani, Cina, Pakistan, India, Australia e molti stati del Sud America. Di parlare con Berlusconi, però, Obama non sente neppure lontanamente l'esigenza. Ecco alcuni motivi che spiegano la sua disaffezione verso il nostro Paese:
1. In questo filmato cliccatissimo su youtube, si vede un Obama annoiato e per nulla partecipe ad un discorso pronunciato da Berlusconi al Congresso degli Stati Uniti. Siamo nel 2006, cioè a molti mesi prima della sua discesa nell'agone elettorale. Le premesse per un rapporto freddo ci sono tutte, insomma. Non è quindi un caso che nel pieno della campagna elettorale Obama ha fatto visita a Inghilterra, Germania e Francia non considerando neppure l'idea di venire in Italia.
2. Durante la campagna presidenziale, Berlusconi e i suoi seguaci non hanno smesso un minuto di fare il tifo per il rivale repubblicano McCain, considerato l'uomo giusto per tirare l'America fuori dalla crisi economica. Quando i giochi sembravano fatti, però, un velo di silenzio è sceso tra i sostenitori italiani di McCain.
3. Tra i primi atti del Governo Berlusconi IV, insediatosi nella primavera 2008, c'è stato un accordo militare con la Libia del dittatore Gheddafi (storico nemico degli USA) che, oltre a prevedere un obolo di 200 milioni di euro l'anno prevede anche un accordo militare tra Italia e Libia secondo il quale il nostro Paese può negare le basi militare italiane alla Nato e gli USA in caso di operazioni militari contro la Libia. Una scelta non proprio tipica del "migliore amico degli Stati Uniti".
4. Quasi in contemporanea con questo accordo economico-militare e nel pieno della crisi georgiana, che ha fatto pensare ad un ritorno della guerra fredda tra Usa e la Russia di Putin, Berlusconi si reca a Mosca e riempie di elogi l'amico Putin schierandosi al suo fianco, anche perchè il gas russo è importante e l'Italia "è il principale partner commerciale della Federazione Russa". "Irritazione della Casa Bianca (Bush) per le parole di Berlusconi", si legge sui giornali statunitensi, probabilmente letti anche dal futuro presidente Obama.
5. Appena Obama vince le elezioni, e Berlusconi sempre in compagnia di Putin si lascia andare alla celeberrima frase ("una carineria" dirà in seguito): "Obama ha tutto per riuscire, è bello, giovane e abbronzato". Si vocifera che sia questa la frase che ha fatto pensare a Obama di bistrattare il nostro premier e che sia questa frase - interpretata in chiave razzista più che una carineria - ad aver fatto prendere la decisione a Obama di tagliare i ponti con l'Italia.
E infine, una considerazione che premia lo sforzo di ricerca e di interpretazione dei fatti della nostra redazione: già in tempi non sospetti, all'inizio di novembre 2008 avevamo segnalato la possibilità di un distacco dell'Italia in termini politici e diplomatici dagli Usa.