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Cappellacci travolge Soru. I veri numeri delle elezioni in Sardegna

 |  Redazione Sconfini

elezioni, regionali, sardegna, politica, cappellacci, soruIl candidato del centrodestra, Ugo Cappellacci, ha vinto nettamente il sfida elettorale in Sardegna contro l'uscente Renato Soru, candidato del centrosinistra. La campagna elettorale, giocata senza esclusione di colpi (bassi) tra Soru e Berlusconi sembrava presagire un arrivo al fotofinish e invece Cappellacci - il figlio del commercialista del Cavaliere - ha staccato il rivale ampiamente facendo sprofondare in primo luogo il Partito Democratico. Ma perché, numeri alla mano, Cappellacci ha vinto? Aiutandoci con i numeri delle precedenti elezioni in Sardegna dimostreremo che la vittoria del centrodestra è frutto in primo luogo di un'attenta pianificazione delle alleanze, cui è andata a sommarsi una debacle di proporzioni catastrofiche per il Pd, la cui crisi, apertasi ufficialmente con le Regionali in Abruzzo, porterà probabilmente alla sua implosione nell'arco di pochi mesi.

Attenzione però, perché, sempre numeri alla mano, sembra essere in crisi l'intero progetto di "macropartito contenitore" di diverse anime politiche. Il Pd vive una sorta di psicodramma senza una guida, lacerato al suo interno, visto sempre più dai suoi elettori come un comitato d'affari (spesso illeciti) non dissimile dal presunto opposto Popolo delle Libertà, ma tuttavia anche il Pdl di Berlusconi, preso da solo, è in flessione.

Iniziamo con l'analisi degli sconfitti, perché qui i numeri sono eclatanti, a dimostrazione del fatto che il Pd sta perdendo la sua stessa ragione d'essere.

Il Partito Democratico. Nel 2004, a sostegno di Soru erano presenti 9 liste. Di esse, tre possono essere inserite all'interno dell'odierno Partito Democratico, un tanto per mantenere uniformità nei numeri: Ds, Margherita e Progetto Sardegna la civica a sostegno dello stesso Soru (poi confluito nel Pd). Il risultato delle 3 forze assieme è stato del 31,9% (rispettivamente 13,3%, 10,8% e 7,8%).

Nelle Politiche 2008, il momento più alto del Pd, il cartello di Veltroni ha raggiunto un lusinghiero 36,2% dei voti. Aumentando del 4,3% il consenso sulle già ottime Regionali 2004.

Neppure un anno dopo, in occasione di queste ultime Regionali il crollo del Pd è di portata storica. Dal 36,2% il partito è sceso nientemeno che al 24,42% perdendo circa il 30% del consenso (quasi un elettore su tre). Numeri da "bancarotta" che bastano da soli a spiegare la sconfitta di Soru.

Italia dei Valori. Nella stessa coalizione l'Italia dei Valori cresce ancora, seppur in modo un po' meno vistoso dell'Abruzzo, confermandosi numero due dello schieramento. Alle Regionali 2004 il partito di Di Pietro aveva solo l'1%, diventato 4% alle Politiche 2008 e aumentato al 5,2% alle Regionali 2009. Un aumento del 520% in 5 anni e di oltre il 20% nell'ultimo anno per Idv.

Sinistra. Anche la sinistra radicale si conferma ad un livello decente rispetto alle Politiche, ma in calo rispetto alle precedenti Regionali. Nel 2004 i Comunisti Italiani presero l'1,8%, Rifondazione Comunista il 4,1% e i Verdi lo 0,8% per un totale del 6,7%. Alle Politiche, i tre partiti raccolti nel fallimentare progetto di La Sinistra Arcobaleno hanno raccolto solo il 3,6%, mentre a queste Regionali '09 correndo di nuovo separati hanno racimolato un discreto 3,1% con Rifondazione e un 2% con i Comunisti Italiani per un totale di oltre il 5%. Assenti stavolta i Verdi. Insomma, pare che all'estrema sinistra più ci si divida meglio è.

Popolo delle Libertà. Ma veniamo ai vincitori di questa tornata e alla vera sorpresa che ci regalano i numeri. Nel 2004, alle Regionali che avevano visto la vittoria di Soru, Forza Italia aveva totalizzato il 15,1% mentre An solo il 7,4% per un totale di 22,5%. Un dato estremamente modesto all'epoca, in pratica reso meno amaro dall'exploit dell'Udc (10,3%) e dalle liste locali affiliatesi con il centrodestra (che sono valse un altro 10% abbondante). In occasione delle ultime Politiche del 2008, il Popolo delle Libertà in Sardegna (ovvero la somma di An e Fi) aveva fatto invece polpette di tutti gli avversari totalizzando uno straordinario 42,4%. Cosa resta oggi, a spoglio quasi ultimato, di questo dato "bulgaro"? Soltanto, e qui sta la notizia, il 30,5%. Anche il Pdl ha quindi perso in meno di un anno quasi il 12% dei consensi e che in termini assoluti (al lordo del calo dell'affluenza alle urne) significa passare da oltre 415.000 voti a poco più di 200.000. Significa che un anno fa, i sardi che hanno messo la X sul simbolo del partito di Berlusconi erano più del doppio di quelli di oggi.

Ed ecco allora chiaro il motivo della vittoria di Cappellacci, che ha trovato una base comunque solida nel Pdl, ma che ha vinto grazie all'apporto dei compagni di coalizione, protagonisti di successi sorprendenti: Udc al 9,4%, Riformatori nientemeno che al 7%, Partito Sardo d'Azione al 4,4%, Psi al 3,3% e Movimento per le Autonomie al 2,1% hanno portato oltre il 26% di voti, spostando di fatto l'ago della bilancia a favore del candidato del centrodestra.

L'ennesimo capolavoro politico elettorale di Berlusconi è nato, insomma, ben prima che i sardi potessero esprimersi nelle cabine. Dopo aver piazzato Scapagnini, il suo medico personale, a sindaco di Catania (Comune poi fallito proprio a causa delle scelte del primo cittadino), aver messo ad occupare Ministeri importanti il suo segretario personale Angelino Alfano e una delle sue concubine Mara Carfagna, il Cavaliere riesce a governare indirettamente un'intera regione attraverso il figlio del suo commercialista con l'appoggio degli elettori. E' un mago. Neppure l'aver saldato il debito con Mastella, che aveva fatto cadere il governo Prodi, garantendogli un posto alle prossime Europee nel suo partito ha scalfito il suo straordinario appeal elettorale.


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