Grillo lancia le civiche da Firenze. Sogna il Rinascimento, ma la strada sarà lunga e difficile
Beppe Grillo lancia la sfida e scende, finalmente, in campo. Ieri, domenica 8 marzo, a Firenze, all'interno del teatro Saschall affollato da circa 2.000 persone (soprattutto giovani) il comico genovese ha lanciato le liste civiche a cinque stelle che si presenteranno tanto per iniziare in 13 importanti comuni italiani alle prossime amministrative.
Nel suo programma c'è molto ambientalismo e neppure troppo velati riferimenti alle politiche tipiche delle forze socialdemocratiche europee, ma c'è anche tanta tanta voglia di legalità una volta baluardo delle forze politiche più di destra e conservatrici.
Sul fatto che la destra italiana di oggi abbia completamente abdicato al problema della legalità, dimostrandosi in tantissime circostanze collusa con personaggi malavitosi, con un leader che è stato (solo indirettamente a causa del lodo Alfano) condannato in primo grado per corruzione in atti giudiziari, e addirittura permeata da condannati per mafia e altri gravi reati.
Insomma, Grillo tocca i temi che ritiene prioritari per risollevare un paese alle corde e lo fa con coerenza rispetto alle battaglie che da molti anni combatte sul suo blog. Il seguito popolare è certamente interessante dal punto di vista politico, così come è opportuno fare alcune riflessioni di contorno.
1. Il giorno prima della “convention” grillina a Firenze, SkyTG24 ha intervistato il comico per la prima volta in diretta dopo quasi 15 anni durante i quali è stato fatto fuori dalle televisioni generaliste. L'aver alzato l'Iva pochi mesi fa alle televisioni satellitari è stato, per Berlusconi, un'autorete davvero inaspettata. Rupert Murdoch infatti sembra non aver gradito e dopo avergli strappato Fiorello e aver intervistato Gioacchino Genchi, ora ha fatto parlare in diretta Grillo per una decina di minuti. Sono degli sgambetti politici che solo sei mesi fa il magnate australiano non avrebbe fatto al Cavaliere. L'essere stato penalizzato dal Governo (che poi è impersonificato dal suo concorrente Mediaset, ovvero lo stesso Berlusconi), evidentemente ha reso molto più aggressivo Murdoch che attraverso Sky sta mettendo alla frusta il regime televisivo fino a oggi controllato a piacimento dal presidente del Consiglio.
2. Il totale silenzio di tomba che ha accolto, sui tradizionali canali televisivi controllati dal capo del Governo, la nascita delle liste civiche dimostra lo scollamento ormai insanabile tra popolo del web e teledipendenti. Il primo si informa attraverso le migliaia di opinioni e notizie presenti in Rete quotidianamente ed è molto critico nei confronti dell'informazione (di regime, secondo il loro modo di vedere) televisiva e cartacea, che spende molte risorse nell'autocensura e nella manipolazione della realtà piuttosto che nell'informazione ai cittadini. Il secondo esempio di italiano, quello che si informa attraverso la televisione, non può così entrare a contatto con pensieri diversi da quelli proposti dal giornalismo televisivo, mai come in questi anni appiattito su posizioni filogovernative e rappresenta il lato popolare della massima: “ciò che non viene detto in tv non esiste”.
3. Sul web non si possono fare omissioni troppo plateali, pena la perdita di credibilità e così anche i quotidiani on line filogovernativi sono stati costretti a parlare delle liste civiche di Grillo. Ad esempio il Giornale, con il vituperato Filippo Facci, scrive ogni male sull'evento come è giusto che sia dal suo punto di vista. Alterna alcune riflessioni corrette seppur forzate sull'ambientalismo dei verdi anni '80-'90 a veri e propri insulti mal spiegati, senza motivazioni né prove e a prima vista assolutamente gratuiti ai seguaci del comico. Spassosissimo il “forum” con i commenti dei lettori della versione on line de Il Giornale: sono sistematicamente censurati i commenti di chi non la pensa come il giornalista. L'establishment informativo, ben rappresentato dal ruffiano Facci, però è terrorizzato di perdere rendite di posizioni e privilegi e questo è già un bel successo per il movimento grillino.
4. Ma anche ammettendo che le battaglie di Grillo sono giuste (e in larghissima parte lo sono), esistono margini per un successo anche elettorale? Questa è la vera domanda necessaria per far accelerare il non più procrastinabile svecchiamento della politica italiana. Analizzando la situazione con equilibrio e la giusta distanza sembrerebbe proprio che non ci sarà un plebiscito per le civiche di Grillo e questo per alcuni motivi importanti. Il civismo non nasce ieri, ma in molti comuni italiani sono presenti importanti liste civiche che hanno dato molto al territorio di cui erano espressione ed è chiaro che esse non potranno sparire né essere dimenticate in un lampo solo perché ora c'è una nuova lista civica più forte o comunque più organizzata sul piano nazionale. Ma non è neanche tanto questo il punto chiave. Il vero tallone d'Achille di queste civiche è la non alleanza con Italia dei Valori di Antonio di Pietro. Praticamente il 90% di chi segue Grillo a livello politico o si astiene o vota Idv. Perché non dovrebbe continuare a farlo, dal momento che Di Pietro in questo frangente sta combattendo le stesse battaglie di Grillo con grande onore? Il suo partito è in continua ascesa e forse alle Europee sfiorerà il 10%. Un “gemellaggio” su scala locale avrebbe voluto dire saldare due movimenti complementari ma in gran parte corrispondenti e invece così ci sarà il serio rischio di dividere un elettorato che invece chiede a gran voce di unire le forze. Eleggere qualche sparuto consigliere comunale è meglio di niente, si potrebbe pensare, ma forse non c'è tempo per aspettare che le civiche grilline crescano così lentamente.
Il Rinascimento italiano voluto da Grillo deve maturare molto più in fretta per avere un senso.