Chiesto il rinvio a giudizio per Fitto. Perfetto assist per il ritorno dell'immunità parlamentare?
Il pm di Bari ha chiesto al gip del capoluogo pugliese il rinvio a giudizio per il ministro per gli Affari Regionale nonché ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto. Assieme a lui, potrebbe finire davanti ai giudici baresi anche Giampaolo Angelucci, editore e imprenditore romano. La richiesta è giunta al termine di una lunga inchiesta sugli appalti sanitari in Puglia ai tempi in cui Fitto era per l'appunto governatore.
Secondo l'accusa mossa dal pm, nel periodo compreso tra il 1999 e il 2005, Fitto sarebbe colpevole di associazione per delinquere, peculato, concussione, corruzione, falso, abuso d'ufficio e illecito finanziamento ai partiti. Ad Angelucci si contestano invece i reati di corruzione e di illecito finanziamento di 500.000 euro alla lista di Fitto "La Puglia prima di tutto", il celeberrimo cartello elettorale in cui sono state candidate anche la "ragazza immagine" Barbara Montereale, frequentatrice piuttosto assidua dei festini di villa Certosa e palazzo Grazioli e la escort divenuta famosa per la sue prestazioni sessuali avute con il premier Berlusconi, Patrizia D'Addario.
Il finanziamento al partito di Fitto altro non sarebbe che una tangente in vista delle regionale del 2005 (che poi Fitto perderà). I soldi elargiti - sempre stando alla ricostruzione della procura - servivano per aggiudicarsi l'appalto settennale da 198 milioni di euro per la gestione di undici residenze sanitarie assistite. L'obiettivo sarebbe stato quello di creare un monopolio nel settore a favore della società guidata da Dario e Piero Maniglia e quindi realizzare profitti illeciti e creare molti posti di lavoro da distribuire in maniera clientelare. Già il 20 giugno 2006 la magistratura barese aveva chiesto l'arresto per Fitto, ma il politico, nel frattempo divenuto parlamentare con Forza Italia, si è salvato perché la Camera ha negato l'autorizzazione a procedere.
Paradossalmente, nell'apatia dell'elettorato e nella sua totale disinformazione in materia di processi penali in carico a parlamentari, questa vicenda, collegata anche alla possibile richiesta di autorizzazione a procedere che nei mesi prossimi potrebbe colpire anche Alberto Tedesco, l'ex assessore del Pd alla Sanità pugliese della giunta Vendola, e promosso per "meriti" simili in Parlamento questa vicenda potrebbe rivelarsi un assist perfettamente bipartisan per ripristinare la tanto desiderata (dal premier Berlusconi) immunità parlamentare.
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