Padroni di sè e padroni degli altri
"Stavolta ci sarebbe quasi da valutare se chi lancia questo genere di accuse sia davvero ‘compos sui', vale a dire pienamente padrone di sè. Per quel che mi riguarda, poi, mi verrebbe voglia di rivolgere una domanda al premier: perchè mai venne nel mio studio, il pomeriggio del 3 maggio del 2006, accompagnato da Gianni Letta, a implorarmi di accettare il rinnovo del mandato da capo dello Stato? Perché lo fece, se mi considerava un uomo di parte, di sinistra?".
Carlo Azeglio Ciampi, presidente emerito della Repubblica Italiana.
E' molto rude la risposta di Carlo Azeglio Ciampi, ex presidente della Repubblica italiana alle pesanti accuse che il premier Silvio Berlusconi ieri da Bonn ha lanciato contro la Corte Costituzionale, la Magistratura e gli ultimi tre presidenti della Repubblica.
Sulle menzogne del Cavaliere, dal punto di vista costituzionale, si è già espresso Gianfranco Fini, il quale ha ricordato "E' certamente vero che la sovranità appartiene al popolo, ma il presidente del Consiglio non può dimenticare che esso 'la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione' (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indicano chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte costituzionale".
Ora Ciampi esce allo scoperto e, negando dati storici alla mano di essere di sinistra ricorda l'incontro con Letta e Berlusconi e retoricamente si domanda se Berlusconi sia ancora in possesso delle proprie capacità mentali.
Il dilemma è proprio questo: si può essere padroni di giornali e giornalisti, di giudici e avvocati, di parlamentari e ministri/e e non padroni di se stessi?
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