Frattini ad Hammamet per commemorare Bottino Craxi
«Sarò alla commemorazione del decennale della morte del presidente Craxi ad Hammamet». Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Franco Frattini dopo un incontro con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Parlando della missione istituzionale che lo porterà, a metà gennaio, in Mauritania, Uganda, Kenia, Etiopia ed Egitto, il ministro ha spiegato che, «tornando dall'Africa», farà tappa ad Hammamet, dove Bettino Craxi è morto il 19 gennaio 2000.
A parte il fatto che resta da capire quale sia il motivo che imponga un ministro della repubblica a commemorare Craxi, la domanda è: perché quando ci fu quest'estate la commemorazione delle stragi di Capaci e via D'Amelio a Palermo nessun esponente del governo ci mise la faccia? Sembra proprio che l'Italia vada al contrario.
Tanto per rinfrescare la memoria, ricordiamo chi era Bettino Craxi.
A lui si deve la distruzione del Partito Socialista italiano (il più antico d'Italia, dopo 100 anni di storia) che vide tra i suoi esponenti personaggi di straordinario valore tra i quali Sandro Pertini, il quale non a caso non nascose mai le sue perplessità su Craxi.
Sotto il governo Craxi (1983-87) il debito pubblico balzò da 400mila a 1milione di miliardi di lire e il rapporto debito-pil dal 70% al 92%. Solo Tremonti di questo bienno sta facendo "meglio" indebitando il paese ad un ritmo di 1.800 miliardi di euro al mese. A far aumentare il debito (con cui ancora oggi ci troviamo a dover combattere vanamente) le scelte - ben ripagate - con cui Craxi bloccò la privatizzazione della Sme con la scusa di difendere i "panettoni di Stato" e l'aver bloccato la vendita dell'Alfa Romeo alla Ford (che l'avrebbe pagata) per regalarla alla Fiat.
Craxi si fece conoscere qualche anno prima, nel 1978, caldeggiando la trattativa tra lo Stato e le Brigate Rosse contrapponendosi a Berlinguer che per fortuna vinse il braccio di ferro politico e contribuì così alla vittoria dello Stato sulle BR. Come ben sappiamo la trattativa tra Stato e Mafia posteriore di qualche anno non ha trovato oppositori così risoluti e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ottime anche le sue prove in politica estera: nel 1985 Craxi sottrasse al blitz americano di Sigonella i terroristi palestinesi che avevano appena sequestrato la nave Achille Lauro e assassinato un ebreo paralitico, Leon Klinghoffer, gettandone il cadavere in mare; si impegnò a farli processare in Italia; poi fece caricare il loro capo Abu Abbas su un aereo dei servizi e lo lasciò fuggire prima nella Jugoslavia del maresciallo Tito e di lì in Irak, gradito omaggio a Saddam Hussein.
Altre posizioni poco occidentali che denotavano la sua "illuminata" capacità di gestire la politica estera: Craxi appoggiò acriticamente l’Olp, ancora ben lontana dalla svolta moderata, paragonando Arafat a Giuseppe Mazzini; spalleggiò e foraggiò il dittatore sanguinario somalo Siad Barre; e nel 1982, durante la crisi delle Falkland, si schierò addirittura con i generali argentini contro la Gran Bretagna appoggiata da tutto il resto dell’Occidente.
Ma Craxi fu un grande precursore del berlusconismo di oggi: fu il primo a picconare la Costituzione in vista della “grande riforma” presidenzialista e ad attaccare la magistratura, proponendo di assoggettarla al governo. Prima con i decreti Berlusconi e poi con la legge Mammì consacrò il monopolio televisivo incostituzionale dell’amico Cavaliere, che fra l’altro pagava bene, cash, stando a numerose risultanze processuali.
Ma Craxi fu anche tra i primi ad aprire alla P2 diventando amico di Licio Gelli e di Roberto Calvi, amorevolmente assistito dal suo consulente giuridico Renato Squillante e, soprattutto, fu il primo ad aprire le porte del Parlamento a nani e ballerine candidando Gerry Scotti e Massimo Boldi anticipando di quasi 20 anni Mara Carfagna, Luca Barbareschi, Gabriella Carlucci e compagnia cantante.
Un altro dettaglio non irrilevante e sufficiente a capire perché è veramente assurdo commemorare i 10 anni dalla morte del politico. Craxi morì in Tunisia, latitante, con due mandati di cattura pendenti sul capo e due condanne definitive a 10 anni complessivi per corruzione e finanziamento illecito, più varie provvisorie.
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Foto della tomba di Craxi tratta da wikimedia commons