Roma brucia. Berlusconi caccia un contestatore e chiama il Pdl in piazza
Tensione alle stelle nell'attesa conferenza stampa che ha visto il premier Silvio Berlusconi confermare le indiscrezioni della vigilia sulla manifestazione di piazza indetta dal Pdl il 20 marzo. A fare notizia è stato però piuttosto il battibecco avuto con un giornalista free lance Rocco Carlomagno, autore di un paio di domande scomode (sul caso Bertolaso e sul dl Salva-liste) cui non il Cavaliere non ha voluto rispondere nascondendosi dietro il fatto che Carlomagno non fosse titolato a parlare in quel momento. Il sedicente giornalista è stato accompagnato alla porta da alcuni solerti uomini della sicurezza e nientemeno che dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa (clicca qui per vedere la fotogalley dell'episodio), che svestiti i panni istituzionali si è trasformato in buttafuori dal fare anche un po' minaccioso. (clicca qui per vedere il video)
Concitazione dell'episodio a parte, resta sullo sfondo un terribile presentimento per il 20 marzo. Nella memoria resta infatti l'ultima uscita pubblica di Berlusconi, il 13 dicembre 2009, culminata con il discusso attentato per mano di Massimo Tartaglia.
In quella stessa giornata l'opposizione compatta (una vera notizia) manifesterà sempre a Roma contro la deriva anti-democratica imposta dal regime berlusconiano e la concomitanza degli appuntamenti non è affatto una buona notizia. Roma brucia da tempo e in quella giornata potrebbero avvenire episodi che con la democrazia hanno ben poco a che fare.
Oltretutto perché l'opposizione manifesterà contro la maggioranza, mentre la maggioranza manifesterà contro l'opposizione creando una situazione paradossale e che somiglia ad un innesco dinamitardo. Occorre che tutti i manifestanti di buona volontà si muniscano di telecamere e macchine fotografiche pronte a testimoniare ogni episodio, che stiano lontanissimi da possibili contatti e che riducano al massimo le contestazioni e le provocazioni in modo da non scatenare una nuova controffensiva mediatica più o meno costruita a tavolino da parte di Berlusconi, il quale non aspetta altro che un episodio attraverso cui calamitare l'attenzione degli elettori e sbancare nuovamente le urne.
Le elezioni si terrebbero una sola settimana dopo e, sommando il silenzio che è stato imposto alle trasmissioni televisive di approfondimento politico, la garanzia per il Pdl di monopolizzare tutte le tv per i 7 giorni precedenti il voto sarebbe un trampolino formidabile in grado di cancellare 2 anni di mal governo e la ridicola sceneggiata della presentazione delle liste.
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Aggiornamento delle 16.55. Contrariamente a quanto affermato da Berlusconi in conferenza stampa, la manifestazione è stata spostata al giorno 21 marzo. I ragionamenti che abbiamo espresso in questo post ovviamente restano validi.