La Gelmini e le donne normali
E' molto interessante l'intervista che il Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha concesso a Io Donna. La ministra, che poche settimane fa ha dato alla luce Emma Wanda, è tornata subito al "lavoro".
Ha predisposto un ufficio con tanto di computer e fax in una stanza della sua bella casa sul lago e il solerte personale del ministero le porta continuamente le carte da Roma perché la ministra possa firmarle. Non stiamo qui a disquisire sugli enormi costi che un siffatto ufficio periferico ad personam comporta.
Più interessanti sono invece le parole con cui la Gelmini spiega il periodo post-gravidanza e il modo in cui lei immagina le "donne normali" (le chiama davvero così: "donne normali") alle prese con la ridefinizione del rapporto famiglia-lavoro successivamente al parto. Ed ecco il passaggio chiave:
"Ti senti più forte di prima. Anch’io, come la D’Amico (la giornalista tornata al lavoro due settimane dopo il parto), ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte".
Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa.
"Lo giudico un privilegio".
Un privilegio? Non è un diritto?
"Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici".
Quindi la Gelmini, anche tralasciando l'orribile pensiero di voler cancellare il diritto di quelle mamme che non possono mettere in piedi un ufficio in casa, che non hanno l'auto blu davanti al portone, che non hanno il personale ministeriale che porta dalla sede dell'ufficio le carte e probabilmente neppure i soldi per permettersi un baby sitter di restare a casa per tre mesi dopo il parto, tenta di passare agli occhi dell'opinione pubblica come una stakanovista del miglior governo degli ultimi 150 anni. Ma cosa ci racconta invece la sua storia personale?
In breve: pur essendo un ministro dell'Istruzione, la Gelmini non pare aver avuto una vita scolastica lineare o entusiasmante. Per prendere la matura è costretta frequentare il biennio al liceo Manin di Cremona, poi per un breve periodo frequenta il Liceo Bagatta di Desenzano del Garda e infine si diploma presso il liceo privato confessionale "Arici".
Dopo essersi laureata in Giurisprudenza, la Gelmini decide di diventare avvocato. Vista la complessità dell'Esame di Stato nel Nord Italia, però, decide che è meglio fare un anno di praticantato a Reggio Calabria e poi presentarsi in quella città per superare l'Esame. Come resistere alla tentazione del 93% di ammessi all'orale?
Berlusconiana fin dalla discesa in campo di Berlusconi, nel 1998 si candida ed è la più votata (forse anche grazie all'aiuto e ai contatti dell'influente padre, ex sindaco democristiano di Milzano) alle comunali di Desenzano del Garda, dove diventa presidente del Consiglio Comunale. Un paio di anni dopo, però, viene sfiduciata per inoperosità! La sfiducia contro la "primula rossa" del comune di Desenzano di fine millennio, fu votata da tutti i rappresentanti dell'opposizione (8) e da alcuni (7) della sua stessa maggioranza. Pare che la Gelmini si presentasse nel Consiglio Regionale con il contagocce (tappato). Nel 2002, rieletta stavolta nelle file dell'opposizione, si presento in Consiglio 3 o 4 volte nel corso della legislatura (5 anni). Nel frattempo però (2006) era stata eletta in Parlamento...
Felice Anelli, sindaco di Desenzano, ha però chiarito la vicenda all'Ansa: «Quel voto - spiega - ci fu. Ma era una questione di riequilibri all'interno di Forza Italia. Non esisteva alcuna questione d'inoperosità nei confronti di Mariastella Gelmini. È stata al mio fianco, in consiglio comunale a Desenzano, anche nel precedente mandato, quando eravamo all'opposizione. E non posso certo parlare di una persona poco operosa, anzi». Certo, dovevano "riequilibrare Forza Italia" e sfiduciano la più votata con la scusa di inoperosità. Bella scusa, complimenti per la fantasia!
I meriti di una donna superiore. Chissà cosa ne pensano le donne e mamme "normali".
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