La Camera chiude per 3 settimane. Non ci sono leggi e sono finiti i soldi
Voglia di un mese di ferie retribuite a 15mila euro? Peccato che solo un migliaio di fortunati italiani, ovvero i parlamentari, potranno goderselo. Hic et nunc.
La Camera dei Deputati, tra ponte di Ognissanti e nessuna legge da approvare, si fermerà per una ventina di giorni a partire dalla prossima settimana. Eh sì, perché da quando è stato bocciato il lodo Alfano ormai un anno fa, di leggi utili per il Paese neanche l'ombra. Solo qualche decreto legge da approvare attraverso voti di fiducia e spartire fondi pubblici agli amici del momento oppure qualche vecchio trattato internazionale da ratificare.
Tutta intenta a cercare un salvacondotto per il loro padrone che vede avvicinarsi sempre più processi (e sentenze), la servitù berlusconiana si è dimenticata di proporre qualche legge che potesse avere un valore generale. E così è tutto fermo, paralizzato.
La maggioranza, per non finire sotto a causa degli agguati dei finiani, non si azzarda a presentare leggi. L'opposizione dorme e presenta qualche mozione ogni tanto. L'altra ragione ufficiale per cui i lavori alla Camera sono fermi? Mancano fondi. Non per pagare i deputati ovviamente, ma per i costi che sono generati dall'approvazione di una legge. Ci vuole tanto ad ammettere che siamo già in pieno default?
Il Parlamento è sequestrato da quasi due anni da mister B., che con la sua cricca cerca di farsi una legge per evitare una condanna penale. E non succede quasi nulla. Per quanto ancora?
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