Dai partigiani ai parmigiani
In maniera del tutto pacifica e democratica, seppur con un anno di ritardo, anche il Mediterraneo settentrionale sta vivendo la sua primavera.
L'Italia, da sempre poco incline a prendere le armi per attuare le giuste rivoluzioni, ad eccezione della parentesi partigiana, ha saggiamente scelto la via incruenta per sradicare signorotti locali, parassiti delle cricche e lobbisti corrotti da quattro soldi che siedono a Roma.
La vittoria di Parma del Movimento 5 Stelle è più di una vittoria in chiave anti-casta, è più di un'affermazione localistica, è più di una fortunosa tornata elettorale amministrativa: è l'inizio della Terza Repubblica.
Una Repubblica che nasce da un retaggio infimo, un Paese lacerato e diviso, impoverito in maniera crudele, spietata e cinica da un'oligarchia prona ai voleri di mafie, cricche e banche (difficile distinguere una dall'altra). Il Movimento 5 Stelle nasce come fiore dal letame, speriamo possa continuare a profumare e a rappresentare il volere del popolo e dei cittadini attivi, delle famiglie e delle piccole realtà produttive che sono state barbaramente assalite da uno Stato codardo e da un Fisco vampiresco.
"Parma come Stalingrado", in un ottimo e retorico parallelismo storico, ha tuonato Grillo ricordando l'inizio della fine dei nazisti tedeschi nel gelido inverno russo dopo la sconfitta nella città sovietica. Che l'armata 5 stelle arrivi in fretta a Berlino (cioè a Roma) e si prenda l'intero cucuzzaro prima dell'arrivo degli alleati: altrimenti sarà una nuova guerra fredda. Come quella che ci attende da qui alle politiche del 2013.
Dopo i partigiani, quindi, l'Italia politica e istituzionale viene scossa dalle fondamenta dai parmigiani. Chissà se Napolitano, uno che è in Parlamento da quando Stalin era al potere in URSS e ha davvero vinto la battaglia di Stalingrado, stavolta ha sentito il boom.
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Immagine: Jawas (lostranofatto.blogspot.com)