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SWG: Movimento 5 Stelle oltre il 20%, il suicidio del Pd visto da Romano Prodi

 |  Redazione Sconfini

Appena lo scorso novembre, nelle settimane precedenti all'insadiamento del governo Monti, il Pd aveva una ventina di match point per tornare a Palazzo Chigi se solo si fosse andati a votare in quel momento.

Berlusconi sbeffeggiato continuamente in mondovisione da tutti i leader mondiali, spread alle stelle, coalizione di centro destra già in affanno su fronte pensioni e rigore tremontiano, un vantaggio in termini di sondaggi pre-elettorali difficile da rintuzzare in poche settimane, Movimento 5 Stelle appena sopra il 4%.

Grazie al porcellum ora il centrosinistra, anche senza allearsi formalmente con l'Udc, governerebbe il Paese con una maggioranza addirittura superiore a quella di cui ha goduto l'ultimo esecutivo berlusconi, e anche se a volte attraverso sindaci non suoi, controllerebbe quasi tutti i principali comuni italiani (Milano, Torino, Genova, Napoli, Bologna, Venezia, Bari, Palermo, Cagliari, Firenze). Il Movimento 5 Stelle sarebbe rimasto fuori di poco dai Palazzi romani e l'inciucio progressista-moderato (cioè quello che più scandalizza e raccapriccia l'elettore di centrosinistra) sarebbe proseguito fino al 2018 quando, con Berlusconi ormai ultraottantenne e buona parte dei suoi sgherri in galera, a un passo dalla galera o sotto processo, il pericolo berlusconismo sarebbe stato allontanato per sempre.

Gli eventi successivi poi avrebbero comunque fatto naufragare la debole opposizione di centro destra (Pdl frammentato in mille rivoli, Lega Nord verso la decimazione in termini elettorali) e l'inciucio progressista-moderato (cioè quello che più scandalizza e raccapriccia l'elettore di centrosinistra) sarebbe poi stato completato nel 2013 con l'elezione al Quirinale di Casini.

Invece no! I formidabili strateghi del Pd, guidati dalla volpe ubriaca D'Alema e dal fedele Bersani sono riusciti a compiere un miracolo politico di proporzioni storiche. Per salvare nuovamente la pellaccia di mister B non solo si sono zappati gli attributi da soli, ma rischiano ora di perdere anche il residuo vantaggio in termini elettorali.

Le imbarazzanti nomine Agcom, la mancata rinuncia ai rimborsi elettorali, il caso Lusi (l'ex Margherita ora Pd che rubava per sé o per interposta persona milioni di euro del finanziamento alla Margherita), il nulla riempito di niente della politica di sviluppo economico promessa da Monti, l'avvilente silenzio sull'allungamento dell'età pensionabile, l'IMU, l'aumento dell'Iva, le accise sulla benzina, l'inerzia sul terremoto in Emilia, l'ultima uscita di Bersani che chiede primarie allargate e un cartello elettorale che coinvolga Sel, Idv, Pd, Udc e addirittura berlusconiani in fuga (cioè quello che più scandalizza e raccapriccia l'elettore di centrosinistra) hanno generato giorno dopo giorno un passaggio di elettori dall'asse Pd-Pdl/Lega al Movimento 5 Stelle.

L'Swg, in un sondaggio di stamattina mostrato ad Agorà su Rai3, ha spiegato che i grillini hanno scavalcato nettamente il Pdl e hanno sfondato il 20%. E più passano i giorni e più le proiezioni sembrano premiare il movimento.

A riassumere la situazione ci pensa Romano Prodi, uno che almeno si è tolto dalle scatole a differenza di tutti gli altri dirigenti del Pd: "La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti".

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