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Il fallito, l'autoevirato e il debosciato. E se l'M5S avesse avuto la stessa potenza di fuoco?

 |  Redazione Sconfini

La sensazione è che molte cose debbano ancora accadere in questa campagna elettorale breve ma vissuta in apnea dai suoi ultrasessantenni o quasi ottuagenari protagonisti.

Monti, pur con una spinta politica e mediatica impareggiabile nell'ultimo anno e nonostante le sue "lectio" rivolte a miliardari e babbei parauniversitari sommate a incursioni televisive al limite del grottesco (come quando se la prende con un comico satirico come Crozza) non ha sfondato. Anzi, si può già ora candidare al ruolo di fallito elettorale. Guadagnerà alla fine della fiera sì e no il 12-13%, ovvero poco più della metà dei consensi che Udc e An avevano nel 2008. Ciononostante la sommatoria incostituzionale di porcellum e pressioni antidemocratiche di Ue, Fmi e Germania lo faranno diventare comunque ago della bilancia del prossimo governo dal momento che al Senato Bersani non avrà la maggioranza.

La coalizione di centrosinistra è riuscita infatti nella mitologica impresa di zapparsi gli attributi a 10 metri dal traguardo consegnandosi all'ennesimo rovinoso futuro governicchio che sarà giocoforza costretto ad accontentare Vendola e i suoi sostenitori comunisti e contemporaneamente gli ex fascisti di Fini, i cattolici radicali alla Binetti, trasformisti di ogni risma, moderati, progressisti e iperliberisti. Finiranno ben presto nel ridicolo e questo solo a causa di una politica delle alleanze indegna persino del dalemismo ancora imperante nel Pd: rinunciare a Idv prima e a Ingroia poi è da considerarsi la mossa più miope degli ultimi e dei prossimi 50 anni di vita politica italiana. Monti con il suo pericoloso classismo sarebbe stato un innocuo soprammobile della terza repubblica e invece giocherà un ruolo chiave.

Il berlusconismo, dato per morto dagli statisti un tanto al chilo del Pd, è solo all'inizio della sua parabola finale. Non c'è motivo per cui chi ci ha creduto al debosciato di Arcore fino all'anno scorso non debba crederci ancora. Il quasi default cui ci aveva portato a fine 2011 è un ricordo annebbiato per i berluscones, loro non hanno memoria, dimenticano tutto in fretta. Vivono un continuo presente patinato, nell'assenza di passato, in un vuoto esperienziale che supera il più pervicace dei filosofi nichilisti. Si tratta di una specie umana tifosa a prescindere che è in lentissima via d'estinzione e solo per motivi anagrafici. Berlusconi non vincerà ma avrà modo di ricattare il futuro, comprare senatori e recuperare forza e consensi in vista di una caduta anticipata del prossimo governo.

Il Movimento 5 Stelle ha sicuramente più seguito di quel timido 13% che i sondaggisti ufficiali gli assegnano. E' uno spauracchio per chi vive attaccato alla mammella della politica, al punto da poter affermare che se avesse avuto la potenza mediatica delle tre coalizioni di regime avrebbe facilmente raddoppiato il consenso andando a insidiare seriamente le due coalizioni più accreditate.

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