E D'Alema affogò in un bicchier di vino... anzi in 2.000 bottiglie
C'era una volta un colosso tra le cooperative rosse, la Cpl Concordia.
Il suo ex presidente, Roberto Casari da poco in pensione, è da qualche settimana ufficialmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa (si sospettano legami col clan dei casalesi). Da qualche giorno è agli arresti in compagnia di Giuseppe Ferrandino, ex sindaco di Forza Italia del comune di Casamicciola e quindi ora sindaco renziano dimissionario di Ischia, Maurizio Rinaldi, presidente del cda di Cpl Distribuzione, Nicola Verrani, direttore commerciale della Cpl Concordia e il consulente della cooperativa Francesco Simone.
Secondo l'accusa i dirigenti della Cpl Concordia avrebbero fatto “sistematico ricorso ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i Sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali”. A tirare in ballo la Cpl, nientemeno che l'ex boss dei casalesi Antonio Iovine.
Centrale il ruolo di Francesco Simone: ex socialista vicinissimo alla famiglia Craxi, fu anche segretario di Bobo Craxi.
E proprio lui che, intercettato, fa esplodere involontariamente il caso politico della settimana. Gli arresti sono scattati per uno specifico appalto, la metanizzazione dell’isola di Ischia. Secondo i magistrati napoletani il sindaco del Pd Ferrandino avrebbe ricevuto una serie di favori in cambio dell’aggiudicazione dei lavori: un contratto di 160mila euro con l’albergo della famiglia e l’assunzione come consulente del fratello. Il sistema, però, era più ampio. Cpl Concordia per il Gip avrebbe infatti organizzato e gestito un vero e proprio “sistema affaristico”, mantenendo contatti con “l’esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa cooperativa, ovvero l’onorevole Massimo D’Alema”.
“Queste persone poi quando è ora le mani nella merda ce le mettono o no?”, chiedeva al telefono il direttore commerciale della coop rossa Nicola Verrini a Francesco Simone, il 2 marzo 2014. Secca la sua risposta: “D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose”. Simone aggiunge: “E’ molto più utile investire negli Italianieuropei dove D’Alema sta per diventare Commissario Europeo, capito?”.
Tradotto in cifre: la Cpl acquista 500 copie del libro di D'Alema "Non solo euro", poi, visto che non di solo euro si vive, stando a quanto dichiarato da Simone, D'Alema stesso suggerì di comprare anche delle bottiglie di vino dell'azienda della moglie. 2.000 bottiglie per la precisione (per un totale di 22.500 euro in due tranche). In più visto che non di solo euro di si vive, ma anche sì, ecco pronti 60mila euro suddivisi in tre bonifici da 20mila alla fondazione Italianieuropei legatissima proprio a D'Alema.
Naturalmente per ora non c'è l'ombra di reato dal momento che tutto è tracciato e fatturato. Tuttavia qualche sospetto il cittadino comune che fatica a vendere i suoi beni e servizi potrebbe legittimamente nutrirlo, no?
E la storia si conclude con D'Alema che sbrocca come un Berlusconi qualunque minacciando denunce e facendo pressioni per far in modo da far emanare una legge bavaglio che non permetta più la pubblicazione dei contenuti delle intercettazioni. O meglio, già che ci siamo di bloccare le intercettazioni a monte. Così facciamo prima.
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