Caso De Luca: in una frase l'immagine dell'Italia "Credo che anche tu hai capito come funziona questo cazzo di paese di merda, se non stiamo sul pezzo tutti i giorni ce lo schiaffano nel culo"
Riassumendo in breve ciò che emerge dalle intercettazioni e dai documenti finora pubblicati: pare che in forza della legge Severino, il governatore della Campania De Luca (uno che Renzi prometteva di rottamare e che poi ha sostenuto pubblicamente), dovesse decadere appena eletto. Un giudice donna avrebbe dovuto stabilire una volta per tutte su questa diatriba.
Fato ha voluto che il marito di costei volesse essere nominato direttore generale di una Asl campana. Dalle intercettazioni pare non ci siano dubbi sul fatto che la giudice, Anna Scognamiglio, abbia fatto sapere a De Luca che un rinvio alla Consulta degli atti sulla sua decadenza (come richiesto dal governatore) avesse un prezzo: la nomina del marito all'ambito ruolo dirigenziale. Per ora si è aperta un'indagine che deve completare il quadro e fare chiarezza ma che è orientata verso un'accusa di "concussione per induzione" di cui De Luca, peraltro habitué dei tribunali campani, sarebbe la vittima.
La chiave di volta dal punto di vista politico è: De Luca ha promesso o fatto promettere che avrebbe realizzato la sua parte l'accordo? E se sì, perché si è rimangiato la parola? E se no, perché non ha denunciato tutto? Nella migliore delle ipotesi è un omertoso, nella peggiore sarebbe corrotto e traditore delle promesse fatte.
La giudice Scognamiglio avrebbe fatto secondo gli inquirenti pressioni sul capo di gabinetto di De Luca, Mastursi. Puntuale, il 17 luglio, arriva la sentenza che rimette in sella De Luca. La promozione del marito, Guglielmo Manna, però tarda ad arrivare e serpeggiano pessimismo e fastidio: "Io ho rispettato i nostri patti", "Io non faccio il direttore generale e va bene, però tu non farai il Presidente della Giunta Regionale. Io perdo 5 e tu perdi 100" e così via, in un crescendo che ben riassume la condizione morale italiana: "Credo che anche tu hai capito come funziona questo cazzo di paese di merda, se non stiamo sul pezzo tutti i giorni ce lo schiaffano nel culo".
Ecco la sintesi perfetta dei meccanismi italici. Un riassunto perfetto che da Craxi ha portato a Berlusconi e poi al senatore Razzi e giù giù fino ai renziani e ai mariti dei giudici. Vince chi per primo lo schiaffa in culo all'altro.
Consiglio: camminate sempre spalle al muro.