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Cos'è il CSV.net?

 |  Redazione Sconfini

Il CSV.net è il Coordinamento Nazionale dei Centri servizi per il volontariato, un organo che sovrintende i CSV di tutte le regioni d’Italia. Ha un suo presidente eletto dai delegati dei CSV regionali e svolge un ruolo molto importante nell’omologare la qualità dei servizi su tutto il territorio nazionale, nel fornire supporto e assistenza alle organizzazioni che lo compongono e nello stimolare discussioni per migliorare l’efficienza e l’efficacia del lavoro quotidiano svolto dai CSV. Il primo febbraio 2008 si è tenuta a Roma, promossa tra gli altri organismi proprio dal CSV.net, un’importantissima sessione di incontri pubblici e interni per discutere ed approvare la proposta delle linee guida per la redazione del bilancio di missione e sociale per le organizzazioni di volontariato.

 

Nell’attuale fase storica di affermazione del principio di sussidiarietà, la legittimazione delle organizzazioni di volontariato (Odv) e del non profit, in generale, non deriva più soltanto dal riconoscimento pubblico della funzione che svolgono quanto dalla loro dimostrabile capacità di realizzare la “mission” e, attraverso questa, di svolgere attività di interesse che ne comprovino la funzione “pubblica”. Ciò richiede a tali organizzazioni sempre maggiori responsabilità, in particolare per quanto riguarda la capacità di buona gestione e la trasparenza. Tutti coloro che, in un modo o in un altro, sostengono un’organizzazione (donatori, volontari ecc.), ma anche i destinatari dei servizi, ed in generale la società tutta, devono avere la possibilità di sapere quante risorse pervengono all’organizzazione, quale è la loro provenienza, come vengono utilizzate, quali risultati producono. La trasparenza deve accompagnarsi ad una capacità gestionale sempre più raffinata, con l’adozione di strumenti che favoriscano un uso efficace ed efficiente delle risorse. In questo senso assume primaria rilevanza il bilancio, che dovrebbe servire a rendere conto in modo sistematico sull’attività svolta e sui risultati raggiunti a tutti i soggetti portatori di diritti, aspettative ed interessi legittimi, i cosiddetti stakeholder.

 

D’altra parte risulta sempre più evidente come le informazioni che provengono dai tradizionali documenti contabili non siano sufficienti a rappresentare adeguatamente l’operato di un’organizzazione e per coglierne le complesse e variegate relazioni intrattenute con i diversi stakeholder. Tale insufficienza, che sussiste per le imprese for profit, a fronte di una visione ampia delle loro responsabilità nei confronti degli stakeholder, a maggior ragione esiste per le organizzazioni non profit e per gli enti pubblici. La ragion d’essere di tali soggetti consiste infatti, in senso lato, nella produzione di utilità/benessere sociale, rispetto alla quale gli aspetti economico-finanziari-patrimoniali risultano puramente strumentali.

 

Partendo da queste considerazioni, negli ultimi anni, coerentemente con un più ampio movimento a livello internazionale, in Italia si è sviluppata una profonda riflessione teorica e una prassi operativa sulla cosiddetta rendicontazione sociale, che ha riguardato soprattutto il comparto privato e pubblico, consentendo di individuare nuovi schemi di rappresentazione dei risultati raggiunti e di affinare la capacità segnaletica di quelli esistenti. La diffusione della consapevolezza e delle esperienze di rendicontazione sociale nel settore non profit è stata fino ad ora limitata, interessando un esiguo numero di organizzazioni particolarmente innovative e sensibili a questo tema. Una delle principali cause di tale situazione è data dalla carenza di linee guida e modelli di riferimento che siano costruiti su misura dell’identità specifica di tali organizzazioni. Si hanno quindi ampie aree di incertezza rispetto ai suoi contenuti, alla forma espositiva, alle funzioni svolte, alla stessa denominazione.

 

Sulla base di queste riflessioni Feo-Fivol, Iref-Acli e CSV.net, con il supporto di Acri, hanno elaborato un progetto di ricerca-intervento che si propone di promuovere nelle organizzazioni di volontariato maggiore consapevolezza dell’utilità del bilancio di missione e del bilancio sociale e di diffonderne l’adozione attraverso la realizzazione di una serie articolata di iniziative. La redazione di linee guida specificamente dedicate alle organizzazioni non profit ed in particolare alle Odv, costituisce l’elemento centrale di tale progetto in quanto fornisce un linguaggio comune ed uno strumento operativo di base. È stata quindi elaborata una proposta da sottoporre all’attenzione di tutti gli interessati (organizzazioni e reti del volontariato e, in generale, del terzo settore; mondo professionale; studiosi e ricercatori; soggetti istituzionali) con l’obiettivo di stimolare il confronto e raccogliere osservazioni e contributi, sulla base dei quali verrà effettuata la redazione finale delle linee guida.

 

Le linee guida si fondano su una precisa distinzione tra bilancio di missione e bilancio sociale. In un bilancio di missione la rendicontazione è relativa al perseguimento della missione istituzionale ed a questioni inerenti le caratteristiche fondamentali e distintive di un’organizzazione di volontariato (la presenza del volontariato, le forme di partecipazione dei soci, l’assenza dello scopo di lucro, ecc.). Tale documento, unitamente al bilancio d’esercizio, risulta necessario per rendere conto sull’adempimento dei fini statutari di un’organizzazione non profit. In un bilancio sociale l’area di dati e informazioni fornita dal bilancio di missione viene allargata per rendicontare su responsabilità, impegni, comportamenti e risultati delle azioni dell’organizzazione verso tutti gli stakeholder interessati. Le linee guida prevedono di conseguenza due distinti livelli di applicazione (bilancio di missione e bilancio sociale); inoltre, per le organizzazioni di piccola dimensione, si è previsto un ulteriore livello semplificato rispetto alla realizzazione del bilancio di missione.

 

Nello specifico, ecco l’articolazione dei contenuti del bilancio emersa dal dibattito:

- una prima sezione, “Identità”, relativa ai tratti distintivi e abbastanza stabili dell’identità dell’organizzazione (profilo generale, contesto di riferimento, storia, missione, disegno strategico, analisi degli stakeholder); i contenuti di tale sezione costituiscono la base per l’analisi di coerenza e di efficacia dell’operato dell’organizzazione;

- una seconda sezione, “Il governo e le risorse umane”, dedicata al sistema di governo, alla base sociale, ai processi di governo, alla struttura organizzativa, alle persone che operano nell’organizzazione; rispetto a tali temi, in considerazione dell’identità specifica delle Odv, si è dato particolare rilievo agli aspetti di partecipazione democratica e di relazione con i volontari dell’organizzazione;

- una terza sezione, “Le risorse economico-finanziarie e la dotazione patrimoniale”, centrata sugli aspetti economici, finanziari e patrimoniali della gestione, in stretta connessione con il bilancio di esercizio;

- una quarta sezione, “Il perseguimento della missione”, relativa alla rendicontazione sulle attività istituzionali, quelle cioè immediatamente dirette a perseguire la missione, ed ai risultati conseguentemente raggiunti;

- una quinta sezione, “Le attività strumentali”, dedicata alle attività volte a raggiungere obiettivi strumentali rispetto al perseguimento della missione, come le attività promozionali e di raccolta fondi, nonché le attività accessorie, spesso di natura commerciale;

- una sesta sezione, “Altre questioni rilevanti per gli stakeholder”, volta ad analizzare eventuali questioni rilevanti per gli stakeholder, connesse al comportamento dell’organizzazione ed ai relativi effetti, non oggetto di attenzione in altre parti del bilancio (per esempio, gli aspetti legati alla relazione con i fornitori ed i finanziatori o al comportamento in ambito ambientale).

Giuseppe Morea

 


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