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NEET in Italia: come spingere i giovani a costruirsi un futuro

 |  Redazione Sconfini

NEET - "Not in Education, Employement or Training", è questo l'acronimo che sempre più spesso viene affibbiato alla nuova generazione di giovani. Utilizzato per la prima volta nel 1999, l'acronimo NEET sta ad indicare i giovani che, a causa di circostanze avverse, hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, non possiedono un titolo di studio e non affrontano nessun percorso formativo.

In pratica, stiamo parlando di tutte quelle persone che non hanno in alcun modo pianificato la propria transizione dal periodo adolescenziale a quello da adulto, ottenendo così seri problemi con l'attuale società. Parte dei cosiddetti NEET, inoltre, sono rappresentati dal numero sempre crescente di giovani disoccupati presenti nel nostro Paese, una scia negativa che perdura dalla lontana crisi economica del 2006.

Il periodo di difficoltà economica portato dalla crisi, infatti, ha contribuito ad aumentare il divario inter-generazionale, che vede contrapporsi il reddito medio dei giovani alla precedente generazione. In particolare, secondo alcune stime, l'indice di disoccupazione giovanile è aumentato di circa otto punti percentuali tra il 2007 e il 2013, raggiungendo picchi addirittura superiori al 23%. Allo stesso modo, anche il tasso dei NEET negli stessi anni è aumentato senza sosta, raggiungendo il primato del 20% in Italia.

Affrontare il problema dei NEET grazie alle Università telematiche

Per cercare di risolvere questo "gap" generazionale, i giovani potrebbero iniziare ad optare per le università telematiche. Infatti, grazie a queste università, gli studenti possono conseguire un titolo di studi senza dover lasciare la propria città o paese, ma soprattutto possono mettersi in cerca di un lavoro (o proprio cominciare una professione) ancor prima di finire il corso di laurea.

Tuttavia, la scelta del proprio indirizzo di studi non è per niente facile, considerata la gran mole di facoltà disponibili in Italia. Secondo Almalaurea, tra le professioni più richieste in Italia vi sono gli ingegneri, i quali nel 95,3% trovano un impiego. Questa figura professionale, infatti, grazie alle competenze acquisite in diversi campi nel periodo di formazione universitario, è in grado di ottenere una gran varietà di sbocchi professionali. Subito dopo gli ingegneri, inoltre, sono gli economisti e statistici a trovare facilmente lavoro (89,6%), seguiti dai laureati in giurisprudenza che, a causa della forte concorrenza, hanno solo il 74,4% di possibilità di trovare un impiego.

Acquisire un titolo di studi, quindi, permetterebbe ai NEET di colmare il loro disagio sociale. In particolar modo, chi ha difficoltà a seguire un'Università tradizionale, può agevolarsi negli studi grazie alle Università telematiche, come la rinomata Unicusano che, grazie alle piattaforme e-learning, permette di ottenere a distanza una formazione universitaria riconosciuta dal Miur, anche in ambiti complessi, come per il percorso di studi che porta a una laurea in ingegneria industriale. Inoltre, l'Università telematica consente ai sui studenti di accedere alle lezioni e dispense 24/24h, in modo da poterle consultare quando se ne ha la possibilità. Questa soluzione, quindi, potrebbe anche essere vista dai giovani NEET come un modo alternativo e più moderno di acquisire una formazione tradizionale.

Un'ultima soluzione rivolta ai cosiddetti NEET, infine, è l'opportunità di effettuare uno stage formativo all'estero, grazie anche alle borse di studio e le agevolazioni offerte dalle Università. Secondo una recente ricerca di AlmaDiploma, infatti, chi decide di fare un'esperienza all'estero ha una visione migliore dei mercati lavorativi in Europa, ottenendo così più possibilità di entrare nel mondo del lavoro.


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