Skip to main content
islanda, russia, crisi finanziaria

Islanda sull'orlo del fallimento si affida alla Russia

 |  editor

C'era una volta un'isola felice. L'Islanda. Ora l'isola esiste ancora, ma non è affatto felice. Il sistema capitalistico sregolato occidentale, che in queste settimane sta bruciando centinaia di miliardi di dollari in continue crisi finanziarie, ha fatto tra le sue prime vittime proprio il remoto paese scandinavo, posizionato nel circolo polare artico tra l'Europa e il Nord America.

Riveste allora un peso specifico notevole, anche dal punto di vista geopolitico, l'aiuto richiesto dall'Islanda alla Russia, che ha deliberato un prestito di 4 miliardi di euro a favore della piccola repubblica artica.

4 miliardi di euro per un paese di appena 300.000 anime rappresentano senza dubbio una sorta di "acquisto" della Russia di Putin dell'isola, che rientrerà ben presto dal punto di vista della politica estera, sotto l'influenza di Mosca.

E' incredibile ciò che sta accadendo nell'emisfero settentrionale in questo periodo così delicato e di crisi finanziaria internazionale. Ci si poteva aspettare che Reykjavik chiedesse aiuto agli USA anziché alla Russia, ma la credibilità (e la solvibilità) di Washington sono ai minimi storici e Putin ne approfitta per ripagare con le stesse monete gli americani che per decenni hanno spadroneggiato nel mondo occidentale: soldi e affidabilità. Un contrappasso in piena regola.

La Corona islandese ha subito una svalutazione di oltre il 50% in pochi giorni. Le principali banche d'affari e gli istituti di credito sono stati nazionalizzati dal Governo per evitare scene di isteria collettiva simili a quelle viste qualche anno fa in Argentina, con i risparmiatori pronti a tutto pur di salvare i soldi dal fallimento delle banche.

L'Islanda ha molto goduto della crescita della "finanza creativa" in salsa americana e negli ultimi lustri ha poggiato la propria economia sul sistema bancario che a sua volta ha sfruttato senza limiti i derivati-spazzatura. Ora il gioco è finito e Reykjavik ha voltato le spalle agli americani, prostrandosi proprio al peggiore - dal punto di vista degli USA - tra gli interlocutori possibili.

islanda, russia, crisi finanziaria

Altri contenuti in Economia

Frau Merkel, è ora di restituire il favore

Lo spettro di un'Europa pangermanica si riaffaccia all'orizzonte. Ciclicamente i tedeschi hanno tentato dapprima mettendo a ferro e fuoco il continente (I e II guerra mondiale) e ora prosciugando i...

E se facessimo come il Belgio, che se la passa alla grande ed è senza governo da 400 giorni?

E se la politica fosse un elemento della vita sociale eccessivamente sopravvalutato? Avete mai pensato che se ne potrebbe fare quasi del tutto a meno? Un paio di esempi potrebbero sostenere questa ...

Arner Bank: la banca preferita da Berlusconi

Quest'anno già si è parlato più volte della Arner Bank, l'istituto di credito cui fa capo una parte cospicua del patrimonio finanziario del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, specialmente ...

Benvenuti nel Quarto Reich: come la Germania sta spolpando i suoi vicini

In questa immagine elaborata dal Sole24Ore c'è gran parte delle risposte che gravitano nei Paesi dell'Eurozona in queste infuocate settimane. In alto potete vedere le colonnine blu che rappresentan...

Alitalia verso il crac: la salverà Lufthansa?

Il preventivabile disastro socio-politico era nell'aria. La controversa cordata italiana che ha tentato di salvare Alitalia si è ritirata a causa di un proposta non convincente e dell'ostruzionismo...